Autore: Fabrizio Franceschi
Sono a proporre alcune fotografie estratte da una mia raccolta relativa alle cave di marmo di Carrara. Qui l’impronta umana è particolarmente evidente; l’incessante attività estrattiva, praticata prima con metodi rudimentali poi, specialmente negli ultimi decenni, con sistemi tecnologicamente sempre più avanzati, ha deturpato profondamente e irrimediabilmente l’ambiente naturale, demolendo letteralmente intere montagne; contemporaneamente, la durezza del lavoro, la fatica, le tribolazioni, i rischi e le asperità dei luoghi, hanno invece forgiato nei secoli la tempra dei cavatori e contrassegnato lo spirito delle comunità locali.
Il legame con la storia è testimoniato da particolari costruzioni quali gallerie, ponti, cave…, nei caratteristici borghi, mentre si rinnova nelle rievocazioni storiche come la “lizzatura”, il tipico modo un tempo usato nelle cave, per far scivolare in basso i giganteschi blocchi di marmo sistemati su “slitte” di legno.
Il marmo bianco di Carrara è da sempre il materiale per eccellenza usato dai grandi scultori del passato, primo fra tutti Michelangelo, ricordato con due murali realizzati direttamente nelle cave: la riproduzione della genesi eseguita dall’artista toscano Ozmo e la testa del David realizzata dall’artista brasiliano Eduardo Kobra.