Nella Provincia di Reggio Emilia, a Sud della via Emilia, vi erano delle strade che valicando il crinale appenninico, mettevano in comunicazione il versante reggiano con quello Toscano. Si trattava di semplici tracciati percorsi dai viandanti e dai carri, il cui transito nei tratti di montani era reso difficile dall’asperità del terreno od addirittura impossibile dal rigore delle stagioni e dalle nevicate improvvise.

Commercianti, eserciti, Viandanti e anche pellegrini erano i fruitori delle antiche Vie. Nel Medio Evo migliaia di pellegrini affrontarono, per terra o per mare, percorsi lunghi, difficoltosi ed insidiosi per raggiungere i luoghi della fede, in quanto i cosiddetti “cammini del cielo” costituivano il massimo fine esistenziale dell’individuo. Oltre alla famosa Via Francigena, un reticolo di percorsi minori si intrecciavano tra di loro; uno di questi passava da Canossa e proseguiva in direzione di Carpineti, Toano ed il passo San Pellegrino in Alpe.

Fabrizio Franceschi

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